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Cosa sono, a cosa servono e perché dovresti averne uno in macchina. Sicurezza, protezione in caso di incidenti ma anche possibilità di catturare panorami e immagini inaspettate: ecco perché è un’ottima idea avere a bordo una dashcam per auto.
Di recente ho acquistato un’auto nuova e ancor prima che mi venisse consegnata dal concessionario ero interessato a scegliere e acquistare una dashcam. Si tratta di un investimento che, a fronte di una spesa media non superiore ai 200 dollari, tutela sia il guidatore durante la guida che l’auto stessa, anche quando è parcheggiata.
Scopriamo insieme tutti i dettagli tecnici e valutiamo quali sono i migliori modelli di dashcam da scegliere.
Una dashcam (o dash cam, abbreviazione di dashboard camera o dashboard camera) è una piccola videocamera che applicata al parabrezza dei veicoli ha lo scopo di registrare eventi che accadono all’esterno dell’auto nella direzione in cui questo dispositivo è rivolto. I moderni sistemi dashcam prevedono l’utilizzo di due telecamere separate, una da applicare al parabrezza anteriore e una al lunotto posteriore dell’auto in modo da registrare contemporaneamente ciò che accade sia davanti che dietro l’auto.
Per filmare l’abitacolo dell’auto vengono utilizzate dash cam con messa a fuoco più ravvicinata, precedentemente note come taxicam, così chiamate perché inizialmente utilizzate principalmente dai tassisti per proteggersi dai passeggeri malintenzionati.
Una recente soluzione intermedia è caratterizzata da due telecamere integrate in un unico dispositivo da applicare sul parabrezza anteriore. La prima fotocamera è rivolta verso l’esterno, la seconda verso l’interno con un ampio angolo di ripresa. Questo riduce notevolmente gli angoli ciechi permettendo a quelli veri di avere sotto controllo quasi tutto il perimetro della vettura.
Infatti, grazie alla lente grandangolare da 140°, la cam rivolta verso l’interno permette di catturare non solo l’abitacolo ma anche ciò che accade in prossimità dei finestrini e del lunotto. Un sistema utile quindi, non solo durante la guida in caso di incidente ma anche per monitorare l’auto quando questa è parcheggiata, così da avere un occhio vigile in caso di tamponamenti (anche laterali) o qualsiasi atto di vandalismo.
Inquadratura grandangolare, lunghezza focale e messa a fuoco
Senza entrare nello specifico dei vari tipi di sensore e delle loro specifiche dimensioni, in questo genere di dispositivi per maggiore chiarezza vengono direttamente indicati i gradi di competenza della lente. Maggiore è l’angolo dell’inquadratura, più ampia sarà la scena.
Per quanto riguarda la messa a fuoco, questa è tipicamente impostata su infinito in modo da ottenere immagini più nitide anche in lontananza. Sono inoltre dotate di un sistema elettronico di stabilizzazione dell’immagine utile per attenuare le vibrazioni durante le riprese in movimento.
Una delle caratteristiche principali che distingue una dashcam da una comune videocamera è la sua capacità di inquadratura. Come già accennato in precedenza, vengono utilizzati obiettivi grandangolari che consentono un angolo di ripresa più ampio e una maggiore profondità di campo. Questo risultato è ottenuto anche grazie ad una focale molto corta che, a seconda del sensore utilizzato, può variare da 12mm a 35mm.
Diversi kit per diverse esigenze
A tal proposito, esistono essenzialmente 4 diversi tipi di soluzioni che prevedono l’utilizzo di sistemi con una o più dashcam a loro volta con una o due fotocamere differenti.
La più basilare è la singola dashcam con fotocamera frontale (Figura A), una soluzione utile per catturare tutto ciò che il pilota vede durante il suo viaggio. Economici e facili da montare, però, non consentono di ottenere una sorveglianza completa di ciò che accade attorno all’auto.
Un secondo sistema è dotato di due dash cam distinte, una da posizionare sul parabrezza anteriore e un’altra da posizionare sul lunotto (Figura B). In questo caso avremo sia una visuale frontale che posteriore così da proteggerci anche in caso di tamponamenti.
Segue poi il sistema dashcam singolo con doppia fotocamera (Figura C). Qui il dispositivo è montato solo sul parabrezza anteriore con la prima telecamera che inquadra la vista frontale mentre la seconda inquadra l’interno dell’auto e quindi ciò che accade attorno ai suoi finestrini laterali e al lunotto. Questi modelli sono molto in voga ultimamente perché con un prezzo contenuto permettono di avere un angolo di visione più completo.
Un’ultima soluzione è quella che prevede l’utilizzo di due dash cam: la prima con due videocamere, una anteriore e una posteriore per gli interni, la seconda invece posizionata sul lunotto (Figura D). Questo è un sistema di controllo totale che riduce veramente al minimo gli angoli ciechi. In questo caso però i costi salgono e anche il montaggio richiede qualche sforzo in più a causa dei cavi che dovranno attraversare l’interno dell’auto.
Sensore di immagine, risoluzione e fotogrammi al secondo
Il sensore di immagine è un dispositivo che converte le onde luminose riflesse dall’oggetto in informazioni che rappresentano un’immagine. La risoluzione delle immagini è principalmente legata al numero di pixel, o meglio di megapixel (milioni di pixel) che il sensore è in grado di “imprimere”. Maggiore è il numero effettivo di megapixel a disposizione, maggiore è la risoluzione di scatto che si traduce in pratica in un’immagine più dettagliata.
Le principali risoluzioni utilizzate sono HD (1280x720p), Full HD (1920x1080p), Super HD (2304x1296p), 2K (2560x1440p) e 4K (3840×2160p).
I fotogrammi al secondo, invece, indicano quanti diversi fotogrammi vengono catturati in un secondo di ripresa. Le comuni dash cam sono in grado di registrare a circa 30 FPS, il che è più che sufficiente per una riproduzione fluida dei fotogrammi. Tuttavia, i modelli più avanzati possono consentire riprese con un numero maggiore di fotogrammi come 60 FPS o addirittura 180 FPS. L’elevato numero di fotogrammi, oltre ad aumentare la qualità del video, consente riproduzioni al rallentatore più definite. Una funzionalità molto utile, ad esempio, in caso di incidenti stradali, dove è necessario studiare la dinamica dei fatti al rallentatore e con precisione.
HDR e WDR: luminosità e profondità del colore
Il nome completo di HDR è High-Dynamic Range. Rispetto alle immagini ordinarie, può fornire una gamma cromatica più dinamica e dettagliata dell’immagine. A differenza delle immagini LDR (Low-Dynamic Range) con diversi tempi di esposizione, l’immagine HDR finale viene finalizzata sovrapponendo diverse immagini LDR e ottenendo i migliori dettagli ottenuti con diversi tempi di esposizione.
HDR e WDR (Wide-Dynamic Range) sono due diverse tecnologie di elaborazione che consentono un risultato finale piuttosto simile. La prima è una soluzione hardware mentre la seconda utilizza l’elaborazione software. Lo scopo di HDR e WDR è lo stesso, ovvero rendere più nitidi i dettagli nelle aree scure o in condizioni di contrasto elevato.
Se ti prendi cura dei dettagli scuri, le alte luci saranno sovraesposte. Per risolvere questo problema, utilizziamo la tecnologia HDR. In poche parole, è una foto che contiene dettagli sia chiari che scuri.
Tuttavia, la tecnologia HDR può essere utilizzata solo per le immagini fisse, mentre WDR può essere utilizzata anche per i video grazie al supporto del processore DSP (Digital Signal Processor) ad alta velocità.
Sensore di movimento e G-Sensor (shock)
Il sensore di movimento è uno strumento che permette di avviare automaticamente una registrazione non appena la telecamera rileva un movimento davanti all’auto, oppure se qualcuno la danneggia anche mentre è spenta e parcheggiata. Una caratteristica che può aiutarci a identificare potenziali ladri e piantagrane. Il G-Sensor, invece, interviene in caso di incidente salvando il video dell’evento in un’area protetta dalla sovrascrittura. Infatti, quando la scheda di memoria è piena, il nuovo file sovrascrive automaticamente la registrazione precedente, ad eccezione del file bloccato. La sensibilità agli urti e ai sobbalzi con cui questo sensore interviene è spesso regolabile (Off, Bassa, Media, Alta).
GPS e tachimetro
Trattandosi di videocamere destinate principalmente all’utilizzo in mobilità, è utile assicurarsi che le funzioni includano il GPS e il tachimetro.
I loro dati rilevati verranno stampati direttamente sul video che si sta registrando, così da avere un quadro più preciso e completo del percorso registrato.
Tutto chiaro, ma quale scegliere?
Ho selezionato i migliori modelli per soddisfare le varie esigenze per diverse fasce di prezzo.
Il modello più costoso e top di gamma potrebbe non essere sempre la soluzione giusta per noi. Oltre alla qualità delle immagini salvate, è da valutare anche il numero di telecamere incluse nel kit e il metodo di montaggio all’interno dell’auto (solitamente molto semplice).
Ho quindi selezionato i migliori modelli di dashcam per soddisfare le varie esigenze per diverse fasce di prezzo.
Scopriamolo insieme.
Scegliere una singola dashcam con fotocamera frontale non significa necessariamente optare per qualcosa di entry level. Dall’elevato rapporto qualità/prezzo troviamo i modelli Garmin come la minuscola e discreta Dash Cam Mini 2, poco più di un tasto grande, ben nascosto all’interno dell’abitacolo dell’auto o, della stessa azienda, la Dash Cam 67W, un modello con campo visivo extra-ampio di 180 gradi, risoluzione HD 1440P, schermo LCD da 2″ e controllo vocale.
Con un ottimo sconto, troviamo poi il Rove R2-4K. È una dash cam con un angolo di ripresa di 150° e un eccellente sensore UHD 2160P dotato di tecnologia Super Night Vision (Ultra-low liensor NT96660 + SONY IMX335) aiuta a ottenere riprese e immagini relativamente più nitide dalla registrazione in condizioni di scarsa illuminazione.
Un’azienda leader nel settore è sicuramente Vantrue, brand che produce dash cam con componentistica di altissimo livello e soluzioni tecniche all’avanguardia. Il form factor adottato dai suoi modelli di punta è quello che preferisco, con due fotocamere posizionate su un’unica dashcam.
Tra queste troviamo la Vantrue N2S, una dashcam che ha ottenuto riconoscimenti anche dalle principali riviste di settore come Business Insider, CNET e Forbes.
La fotocamera frontale 4K offre un’eccellente nitidezza e un’ampia gamma dinamica, mentre la seconda fotocamera registra l’interno con video nitidi e chiari a 1440P 30 fps. Il GPS integrato ti consente di tenere traccia del tuo percorso di guida, posizione e velocità, mentre il G-Sensor è in grado di rilevare qualsiasi movimento o collisione avvenuta quando l’auto è parcheggiata. Inoltre, l’avanzato sensore Sony con tecnologia WDR aggiornata bilancia in modo intelligente l’esposizione per fornire video chiari e di alta qualità anche in ambienti con scarsa illuminazione, inoltre, i 4 LED a infrarossi consentono di registrare video impeccabili anche quando l’interno è buio.
Il Vantrue N4 è un sistema a tre vie con caratteristiche abbastanza simili all’N2S. Questa però è dotata di una seconda dashcam con una terza telecamera Full HD da montare sul lunotto posteriore dell’auto.
Conclusioni
Il mercato delle dash cam offre ormai diverse soluzioni per soddisfare le esigenze più particolari e alla portata di tutte le tasche.
Come ho già detto, il mio consiglio è quello di puntare su un modello dual camera montato all’interno dello stesso dispositivo in modo da avere una registrazione video frontale e di quanto avviene all’interno dell’auto, che tra l’altro permette di avere, anche se in maniera più limitata modo, anche una vista di ciò che accade ai lati e al retro del lunotto.
Poi il costo dell’investimento sarà anche proporzionale al valore che dai alla tua auto e alla tua sicurezza in generale.